Dopo il flop della stagione
2011-2012 e le dimissioni del tecnico Luis Enrique, la Roma si è presentata ai
nastri di partenza della stagione con rinnovato entusiasmo, grazie all’arrivo
di mister Zeman e con qualche incognita sul reale potenziale della squadra. I
dubbi sui giallorossi non hanno trovato immediata risposta, partenza con
sofferto 2-2 interno con il Catania, vittoria per 3-1 nella trasferta di San
Siro e nuovo brusco stop interno con la sconfitta per 2-3 contro il Bologna
dopo essere stati avanti di due reti, stessa sconfitta nelle medesime modalità
ancora all’Olimpico contro l’Udinese e brutto stop per 1-4 allo Juventus
Stadium che hanno fatto iniziare a vacillare la panchina del tecnico boemo. La
sconfitta nel derby per 1-3 e quella di Parma con il solito 2-3 hanno
compromesso il cammino dei ragazzi di Trigoria, le note positive erano
rappresentate dalla definitiva esplosione di Lamela, cattivo e determinato
anche in zona gol, delle reti di Osvaldo e delle splendide giocate di Totti.
Nelle ultime sei giornate, complici meno sviste arbitrali e più attenzione ed
equilibrio difensivo, i giallorossi hanno vinto cinque partite, di cui quattro
consecutivamente, dando 4 reti al Milan e alla Fiorentina, facendo registrare
anche il perfetto inserimento di Pjanic negli schemi zemaniani, dopo una
partenza difficile, la crescita del terzino destro Piris e la consacrazione del
baby Marquinhos, difensore centrale rapidissimo, dal grande senso della
posizione che ricorda ai più l’ex rossonero Thiago Silva. A centrocampo De
Rossi ha vissuto un periodo difficile, Zeman lo vede meglio come intermedio, il
ragazzo di Ostia preferirebbe giocare mediano davanti alla difesa, dopo qualche
panchina inaspettata, nell’ultima gara interna con il Milan il nazionale
azzurro ha sfoderato una partita di cuore e di classe risultando determinante.
In porta dopo qualche incertezza e qualche infortunio il tecnico boemo ha
sostituito come titolare Stekelenburg con Goicoechea, lanciando nella mischia
lo sconosciuto portiere uruguaiano che sembra dialogare meglio con i compagni
di reparto.
L’uomo chiave risulta essere Totti, nonostante i suoi 36 anni è
ancora il più forte giocatore della Serie A e riesce con le sue invenzioni e le
sue reti (221 in Serie A tutte con la stessa maglia, terzo marcatore di sempre
nella storia) a trascinare i compagni, dalla sua forma e dalle sue giocate
passeranno i sogni di Champions League della Roma
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