lunedì 31 dicembre 2012

Serie A: La Roma è l'outsider



Dopo il flop della stagione 2011-2012 e le dimissioni del tecnico Luis Enrique, la Roma si è presentata ai nastri di partenza della stagione con rinnovato entusiasmo, grazie all’arrivo di mister Zeman e con qualche incognita sul reale potenziale della squadra. I dubbi sui giallorossi non hanno trovato immediata risposta, partenza con sofferto 2-2 interno con il Catania, vittoria per 3-1 nella trasferta di San Siro e nuovo brusco stop interno con la sconfitta per 2-3 contro il Bologna dopo essere stati avanti di due reti, stessa sconfitta nelle medesime modalità ancora all’Olimpico contro l’Udinese e brutto stop per 1-4 allo Juventus Stadium che hanno fatto iniziare a vacillare la panchina del tecnico boemo. La sconfitta nel derby per 1-3 e quella di Parma con il solito 2-3 hanno compromesso il cammino dei ragazzi di Trigoria, le note positive erano rappresentate dalla definitiva esplosione di Lamela, cattivo e determinato anche in zona gol, delle reti di Osvaldo e delle splendide giocate di Totti. Nelle ultime sei giornate, complici meno sviste arbitrali e più attenzione ed equilibrio difensivo, i giallorossi hanno vinto cinque partite, di cui quattro consecutivamente, dando 4 reti al Milan e alla Fiorentina, facendo registrare anche il perfetto inserimento di Pjanic negli schemi zemaniani, dopo una partenza difficile, la crescita del terzino destro Piris e la consacrazione del baby Marquinhos, difensore centrale rapidissimo, dal grande senso della posizione che ricorda ai più l’ex rossonero Thiago Silva. A centrocampo De Rossi ha vissuto un periodo difficile, Zeman lo vede meglio come intermedio, il ragazzo di Ostia preferirebbe giocare mediano davanti alla difesa, dopo qualche panchina inaspettata, nell’ultima gara interna con il Milan il nazionale azzurro ha sfoderato una partita di cuore e di classe risultando determinante. In porta dopo qualche incertezza e qualche infortunio il tecnico boemo ha sostituito come titolare Stekelenburg con Goicoechea, lanciando nella mischia lo sconosciuto portiere uruguaiano che sembra dialogare meglio con i compagni di reparto. 

L’uomo chiave risulta essere Totti, nonostante i suoi 36 anni è ancora il più forte giocatore della Serie A e riesce con le sue invenzioni e le sue reti (221 in Serie A tutte con la stessa maglia, terzo marcatore di sempre nella storia) a trascinare i compagni, dalla sua forma e dalle sue giocate passeranno i sogni di Champions League della Roma

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